30/01/12

Scuola primaria: una scelta difficile ...

Mancano pochissimi giorni al grande momento, quello di presentare la richiesta formale di iscrizione alla scuola primaria. Sono giorni che in casa non parliamo d'altro, nelle ultime due settimane ho partecipato agli open day di tutte le scuole del circolo didattico, ho sentito il parere di amici e insegnanti, ho posto domande e valutato le diverse risposte, ma più passa il tempo, più aumentano i dubbi ...
Sono consapevole che con quel pezzo di carta io e Coccinello Pazzerello indicheremo la via che nostro figlio percorrerà negli anni a venire. Certo, lui sarà poi libero di fermarsi, riprenderla, percorrerla con ritmi tutti suoi, cercare scorciatoie e intraprendere spericolati fuoripista, ma quello che verrà seminato nel corso dei prossimi anni sarà in qualche modo determinante per la sua carriera scolastica, e non solo.

Dopodomani, a quest'ora, sarò seduta con più di altri duecento genitori ad ascoltare la direttrice didattica e le varie insegnanti presentare le scuole del nostro comune e le diverse offerte formative.
Oggi ho letto su Anobii il bellissimo commento di Marghe ad un libro della Mastrocola e tutti i commenti che ne sono scaturiti da parte di genitori ed insegnanti.
E così, questa sera, eccomi qui a condividere con voi pensieri, dubbi e speranze ...

Marghe ha riportato anche queste parole:
La scuola è fatta per gente che ha voglia di imparare e crede che imparando potrà migliorare la propria vita, la propria condizione sociale ed economica, e persino esistenziale. Gente che pensa che studiando potrà essere addirittura migliore, e più felice.
Per gente così è fatta la scuola. Non per i nostri figli, che hanno tutto, e che sono pieni di impegni. A loro la scuola toglie tempo, prende energie, non serve a niente, e soprattutto: disturba.


Parole dure. Anzi, durissime. 
Difficili da digerire come
un macigno servito a colazione. Lo so che lei è un'insegnate di liceo e che queste parole sono rivolte a ragazzi più grandi, ma se ci pensate bene sono un ottimo spunto di riflessione per genitori con figli di qualunque età.

Fino a qualche mese fa ho coltivato il sogno di poter mandare Samir alla scuola steineriana di Montecchio Precalcino. Mi sono dovuta arrendere davanti all'evidenza che i nostri ritmi lavorativi e famigliari ci impediscono di assumere un impegno di tal genere e alla convinzione che un bambino, soprattutto se figlio unico, deve crescere nell'ambiente in cui vive, per poter intessere e mantenere amicizie che sono fondamentali per il suo sviluppo psico-fisico. 
Eppure ci sono delle tematiche in quel metodo educativo che ho sentito mie fin da subito e che spero di poter incontrare, magari sbiadite, anche nella scuola tradizionale.

In primis quella del talento naturale che ogni bambino ha e che la scuola ha il sacrosanto dovere di coltivare e portare alla sua massima realizzazione. Non importa se questo talento è nel campo delle materie che la mentalità odierna considera importanti, o se è un talento di tipo fisico, musicale, manuale. Ogni dote va apprezzata, coltivata, incentivata e non posizionata all'interno di una sterile graduatoria dominata da italiano e matematica. Penso sia importate far capire ai bambini, fin dai primi anni di scuola, che ognuno di loro è diverso dall'altro e che questa diversità non è una pecca, ma una grande opportunità donata loro per potersi creare il giusto posto nel mondo e nella società. 

Inoltre mi piace l'idea di educare al bello le giovani generazioni, indipendentemente dalla materia trattata. Se ci pensate bene, il più delle volte la stessa cosa può essere fatta in modo bello o brutto, e spesso con gli stessi costi. Eppure quando una cosa è fatta bene, è bella, è piacevole da usare, da avere in casa, dà piacere a chi l'ha concepita, a chi l'ha realizzata e a chi l'adopererà. Non bisogna per forza essere degli artisti per amare il bello, ma chi è abituato a farlo fin da piccolo lo cercherà sempre intorno a sè, sia che passeggi in un campo, che lavori in una fabbrica o che progetti un nuovo oggetto di design.
I bambini sono per loro natura sensibili al bello e hanno un gusto estetico così personale e raffinato che è un vero peccato dover distruggere e incanalare sempre e solo in funzione dell'utile.


Una delle cose che mi è piaciuta subito del metodo steineriano è stata l'importanza attribuita al saper fare, all'esperienza pratica diretta come base imprescindibile per l'elaborazione di teorie, pensieri ed emozioni. Non importa se ci si sporca, se si deve uscire con stivaletti e mantellina in una giornata piovosa, se non si capisce subito cosa sta dietro un fenomeno fisico, se bisogna perdere ore a fare, rifare, disfare e rifare ancora, finchè si trova la soluzione giusta.

E poi, il concetto che il maestro è una figura autorevole perchè sa e non esercità la sua autorità minacciando compiti e interrogazioni, castigando con brutti voti o premiando con le lodi. E' una persona positiva che i bambini si sentono portati ad imitare, con la brama di poter un giorno apprendere tutte le cose che lui conosce e sa fare.


Nelle ultime settimane, seguendo questi lumini educativi, mi sono avventurata alla scoperta delle scuole del nostro comune, rimanendo spesso sorpresa nel vedere genitori convintissimi di iscrivere il figlio in una scuola solo perchè anche loro sono andati lì o perchè è attaccata a casa e così il bambino può dormire un quarto d'ora in più ...
Ho ascoltato attentamente le insegnanti, ho cercato di decifrare il loro linguaggio non-verbale, ho valutato le caratteristiche estetiche dell'ambiente scolastico, la posizione della scuola, le attività educative dell'offerta formativa, il numero di sezioni e di bambini presenti mediamente in ogni classe ...

E alla fine ... abbiamo quasi deciso!

Una decisione che mi è costata il dover far marcia indietro su un aspetto per me fondamentale, quello del tempo normale a favore del tempo pieno.
Eppure, in fondo in fondo, mi chiedo se tutto ciò non sia solo una grande sega mentale e se quello che verrà non sarà solo questione di fortuna. La fortuna di avere insegnanti valide, preparate, appassionate del loro mestiere e che possano seguire gli alunni per tutto il ciclo scolastico ...


Voi cosa ne pensate?

3 commenti:

  1. ciao sono l'anna maria la mamma di stefano ho letto con interesse il tuo articolo e vi trovo molti spunti interessanti e argomenti di discussione il commento di mastrocola è più una provocazione che mi trova in parte daccordo il mondo è cambiato troppo in fretta e forse la scuola con i suoi programmi fa fatica ad adeguarsi ad un nuovo così "diverso" conosco indirettamente la scuola staineriana ( una cugina di mio marito vi lavora) e conosco anche bimbi che l'hanno frequentata e come tutte le cose c'è chi si è trovato bene e chi no...purtroppo e ribadisco purtroppo condivido in pieno l'ultima frase che hai scritto...la scuola come tutte le istituzioni è fatta di persone...e i nostri figli mano mano che cresceranno troveranno persone buone, meno buone, simpatiche , antipatiche, fuori di testa ecc ecc siamo noi genitori che nel limite del possibile li dobbiamo sorreggere dare loro sicurezza rinforzare tanto che un domani riusciranno ad affrontare pienamente la vita che presenta anche dolore e sofferenza: giustamente quando sono così piccoli hanno bisogno di vivere in ambienti sereni e quindi spetta ai genitori il controllo collaborativo, senza dare l'impressione di essere li ha giudicare, con le persone che si occupano di loro...baci

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  2. rileggendo ho fatto anche degli errori di grammatica e di ortografia scusami ormai è stata pubblicata è che ho scritto in fretta e non capivo se dovevom registrarmi...sorry baciotti ancora

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  3. Mi riallaccio al tuo commento, ne abbiamo parlato a voce nei giorni scorsi, per darti pienamente ragione su più punti.

    Valorizziamo i nostri figli per le loro qualità, che non devono essere necessariamente solo quelle delle classiche materie insegnate a scuola, educhiamoli al bello e SOPRATTUTTO all'etica ed al giusto.

    Abituiamoli a rispettare le regole e gli altri perché questa è la base del vivere sociale. Mi sono veramente scandalizzata perché un padre della classe di mio figlio maggiore, intervenendo in un discorso riguardo i continui ridardi di alcuni bambini (effettivamente anche questo è rispetto) si chiedeva: "Mio figlio comincia a chiederci PERCHE' deve rispettare le regole: se a un divieto non corrisponde nessuna sanzione quello che i nostri figli apprendono è a fare i propri comodi perché TANTO non cambia nulla. Allora meglio nessuna regola e nessun divieto!"

    Ecco, io di fornte ad atteggiamenti del genere mi scandalizzo. Le regole vanno rispettate perché sono regole e non le rispetto solo se le rispettano anche gli altri.

    Scusa lo sfogo ma ho finito ieri di leggere "La cena" di Koch e sono rimasta disgustata, arrabbiata ed annicchilita di fronte al comportamento dei genitori del libro. Forse l'educazione al rispetto dell'altro non avrebbe portato a certe conseguenze deprecabili.

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