02/02/12

I tempi cambiano, ma certe paure restano

Tutti noi insistevamo sulla distinzione tra "gli ebrei di buona estrazione", quelli che vivevano in Francia da generazioni, che avevano dato il sangue per la patria, e gli ebrei che noi stessi consideravamo come "un'immigrazione di scarto". Eravamo i primi a temere che la capacità di accoglienza dei francesi giungesse al punto di saturazione. Si cominciava a suggerire l'istituzione di un sistema di quote nei confronti degli stranieri, ed erano stati votati alcuni devreti destinati a proteggere i lavoratori che temevano la concorrenza di una manodopera a buon mercato. (...) In Francia prendeva piede l'idea che la misura fosse colma, che si trattasse non più di una semplice infiltrazione che generava disoccupazione, di un elemento di disturbo che imponeva costumi, sonorità e odori sconosciuti o discordanti a un paese incivilito e nobilitato dalla patina dei secoli, di un pericolo per l'identità francese già imbastardita dalle eccessive e sconsiderate naturalizzazioni, ma di una vera e propria "invasione".

Da Mirador. Irene Nemirovsky, mia madre di Elisabeth Gille, Fazi Editore

Togliete "ebrei" e metteteci "extracomunitari".
Spostate il dito sul mappamondo dalla Francia all'Italia.
Fate un salto avanti nel tempo di circa 70 anni.

Cosa vi ricorda???

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